Marco Giovannetti vincitore della Vuelta 1990
Marco Giovannetti: la sua carriera
Marco Giovannetti forte corridore dalle grandi doti di resistenza in grado di vincere la Vuelta Espana 1990
Marco Giovannetti nasce a Milano il 4 aprile 1962. I genitori sono toscani ma si sono trasferiti temporaneamente nella città meneghina poco prima della nascita di Marco. Dopo la consueta progressione nelle categorie giovanili passa dilettante e nel 1982 conquista la vittoria del Giro del Casentini ed il GP Industria del Cuoio e delle Pelli a Santa Croce Valdarno.
Nel 1983 è primo nella Coppa Mobilio Ponsacco mentre l’anno seguente vince il GP Ezio del Rosso e bissa il successo al Giro del Casentino. Giovannetti si mette in luce per spiccare doti di cronoman che gli valgono la convocazione per le Olimpiadi di Los Angeles 1984 nella 100 km assieme a Marcello Bartalini, Claudio Vandelli e Eros Poli.
Giovannetti oro olimpico 1984
Il 5 agosto ’84 è una giornata memorabile per il ciclismo azzurro, il quartetto azzurro entra nel futuro sfoggiando ruote lenticolari, caschi a coda e manubri a corna di bue in stile Moser. Il quartetto italiano parte fortissimo e non si scompone quando Poli, dopo solo 15 chilometri, è vittima di una foratura. Gli azzurri demoliscono il muro delle due ore chiudendo in 1h58’28”, ad una media pazzesca di quasi 51 orari lasciandosi alle spalle la Svizzera si Achermann, Trinkter e Vial e gli Stati Uniti di Phinney, Knickman, Weaver e Kiefel.
Giovannetti passa professionista nel 1985 con i colori della mitica Ariostea a soli 23 anni. Servono tre stagioni per arrivare al primo squillo personale ma nel frattempo si mette in luce con un ottavo posto al Giro d’Italia dell’86.
Nel 1987, in maglia Gis Gelati, conquista la sesta tappa del Giro di Svizzera sull’arrivo di Tasch mentre al Trofeo dello Scalatore conquista due frazioni e chiude secondo alle spalle di Stefano Tomasini. Al Giro d’Italia 1986 chiude al sesto posto vincendo la maglia bianca di miglior giovane davanti a Stefano Colagè, Marco è sesto anche al Giro 1988 mentre nell’89 è ottavo dimostrando un potenziale che in pochi gli avrebbero attribuito quando era dilettante.
Marco Giovannetti e il magico 1990
Passato nel 1989 a difendere i colori della formazione spagnola Seur, azienda di trasporti già secondo sponsor della Reynolds, Marco vive un 1990 da favola mettendo il luce le doti non solo di passista ma anche quelle di scalatore nonostante una stazza non proprio da camoscio che lo portano a concludere al terzo posto il Giro d’Italia 1990 che vede Gianni Bugno dominare vestendo la rosa dal primo all’ultimo giorno.
Marco Giovannetti vince la Vuelta 1990
Il 24 aprile Giovannetti è al via della Vuelta che vede come favorito dei pronostici il grande Pedro Delgado, vincitore uscente alla ricerca dello storico “triplete” (ha vinto anche nell’85). Perico è il capitano della corazzata Banesto in cui milita un giovanotto di belle speranze, tale Miguel Indurain. Marco si presenta forte delle belle prove al Giro con l’obiettivo di un posto nella top ten. Tra i big ci sono Marino Lejarreta, Alvaro Pino e Anselmo Fuerte tutti fortissimi scalatori iberici oltre allo svizzero Tony Rominger, reduce dalla vittoria alla Tirreno-Adriatico qualche settimana prima. Outsider sono i colombiani Parra, Vargas ed Herrera e tra gli italiani c’è Beppe Saronni ormai in calo.
Ruiz Cabestany vince il prologo d’apertura ma il giorno dopo c’è una “fuga bidone” con Cuadrado che vince la tappa davanti al polacco Kulas e all’ucraino Klimov che diventa leader della corsa con 8 primi di vantaggio.
Sull’arrivo in quota a Sierra Nevada vince Patrice Esnault mentre il giorno seguente Julian Gorospe entra nella fuga di giornata assieme a Giovannetti conquistando il primo la maglia Amarillo e il secondo posizioni in classifica.
Nella decima tappa con arrivo San Isidro, Gorospe va in crisi e perde la maglia a favore di un Giovannetti che, zitto, zitto, è li ad aspettare. Il giorno dopo c’è il terribile arrivo all’Alto del Naranco con i colombiani che provano a fare il diavolo a quattro assieme a Fuerte e Delgado che le provano tutte per mettere alle corde il milanese che tiene duro spinto dalla forza della maglia di leader.
Giovannetti resiste alla cronoscalata di Valdezcaray mentre le due tappe di Jaca ed Estacion de Cerler non mutano la classifica nonostante Delgado, aiutato da un formidabile Indurain, riesce rosicchiare terreno all’italiano.
La cronometro di Saragozza di 39 chilometri vede vincere Cabestany, che supera Delgado di 36 secondi salendo in seconda posizione mentre Giovannetti, forte delle sue doti di cronoman, mantiene il primato. Il giorno seguente si arriva a Palazuelos del Eresma e Delgato gioca il tutto per tutto per ottenere la vittoria ma, se Cabestany crolla perdendo anche il podio, Giovannetti resiste come la forza di un toro diventando il quarto italiano a conquistare la corsa spagnola dopo Conterno, Gimondi e Battaglin.
Nel 1991 passa alla Gatorade e chiude ottavo al Giro, trentesimo al Tour de France e diciottesimo alla Vuelta dimostrando una forza fisica e, soprattutto, mentale fuori dal comune.
Nel 1992 arriva ai piedi podio alla Vuelta Espana vinta da Tony Rominger ed è quarto anche al Giro d’Italia chiudendo a 8’01” da un fenomenale Indurain. Nel ’92 Giovannetti si laurea Campione Italiano in linea battendo Gianni Faresin.
Nel 1993 passa alla Eldor che vive però una crisi gestionale ed è Giorgio Squinzi che in breve formula una proposta per salvare il team affidando a Paola, la moglie di Marco, il ruolo di presidente pro tempore del neonato team Mapei.
Nel 1994 con i colori della Mapei, Giovanetti è vittima di una brutta caduta che gli comporta la frattura di una vertebra con conseguente ritiro dall’attività professionistica.
Giovannetti ha vestito la maglia azzurra ai mondiali di Utsunomiya 1990, Stoccarda 1991, Benidorm 1992 ed Oslo 1993.