Laurent Fignon ciclista francese, la storia
Laurent Fignon ciclista francese vincitore del Tour de France 1983 e 1984, della Milano-Sanremo 1988 e 1989 e del Giro d’Italia 1989
Laurent Fignon nasce il nel 18esimo arrondissement di Parigi. Avvicinatosi al ciclismo, mette in luce qualità di assoluto rilievo che lo spingono verso i dilettanti dove ottiene più di cinquanta vittorie.
Fignon passa professionista nel 1982 nel gruppo Renault-Elf-Gitane di Bernard Hinault. Seppur giovane e inesperto il parigino balza subito all’occhio degli appassionati per via dei suoi capelli lunghi legati con un elastico, la fascetta di spugna sulla fronte e gli inseparabili occhialini da vista.
Al primo anno tra i pro si aggiudica a febbraio il G.P. de Cannes ed a marzo il prestigioso Critérium International a Charleville-Mézières, nelle Ardenne precedendo di due secondi Andre Chappuis. A maggio è al via del Giro d’Italia sfiorando il successo nella tappa di Cortona quando va in fuga con “l’usignolo” Alfio Vandi e Michael Wilson chiudendo secondo dietro all’australiano ed è sesto nella tappa di Agrigento vinta da Argentin. Fignon completa la corsa rosa al 15esimo posto.
L’anno seguente il francese conquista, a marzo, la tappa da Paglieta a Acquaviva Picena alla Tirreno-Adriatico, in solitaria, davanti a Juan Fernández Martín e a maggio prende parte alla Vuelta a España conquistando la tappa di Sant Quirze del Vallès davanti ad Antonio Coll e poi aiutando di Hinault a vincere una Vuelta molto difficile. In particolare nella diciassettesima tappa da Salamanca a Ávila vinta da Hinault grazie al ritmo indiavolato imposto da Fignon che mette in difficoltà gli spagnoli Marino Lejarreta e Julián Gorospe leader della generale.
Laurent Fignon vince il Tour de France 1983
Al via della Grande Boucle, Laurent inizialmente dovrebbe fare da spalla a Hinault ma Bernard da forfait tormentato da una tendinite al ginocchio. Lo staff della Renault decide di andare “all-in” su Fignon per la corsa di casa. Il parigino, giovane ed inesperto, parte per puntare ad una tappa ed al massimo ad un posto nella top10 ma le sue doti di passista-scalatore e finisseur gli consentono di resistere sulle salite dei Pirenei issandosi, seppur staccato di oltre 4 minuti per i minuti persi nella tappa di Bagnères-de-Luchon, al secondo posto della generale dietro a Pascal Simon.
Nella tappa da Bagnères-de-Luchon a Fleurance, undicesima frazione, Simon, in maglia gialla, cade e pesta violentemente una spalla che gli darà tormento per il resto della corsa. Nella frazione dell’Alpe d’Huez, primo tappone alpino, a vincere è l’olandese Peter Winnen, Fignon è quinto a 2’07”, Simon crolla definitivamente e ammaina bandiera bianca optando per il ritiro. Laurent è in maglia gialla!
Le successive tappe non garantiscono serenità ma Fignon le affronta col piglio del campione arrivando alla cronometro di Dijon, penultima tappa, con un margine già rassicurante sullo spagnolo Arroyo. Il francese conquista la vittoria di tappa ed il giorno seguente è l’apoteosi nella sua Parigi. Fignon, a soli 23 anni, è primo davanti ad Arroyo e allo scalatore olandese Peter Winnen.
Fignon termina la sua stagione 1983 con una caduta durante alla Scalata al Montjuïc riportando una frattura al polso destro.
Nel 1984 Bernard Hinault passa alla La Vie Claire lasciando a Fignon il galloni di capitano unico della Renault. Il parigino è ottavo alla Liegi-Bastogne-Liegi vinta da Sean Kelly e al Tour de Romandie vince la crono d’apertura di Meyrin vestendo per un giorno la maglia di leader e la Losanna-Porrentruy completando la corsa al settimo posto finale a 2’49” da Stephen Roche.
Laurent Fignon secondo al Giro d’Italia 1984
Fignon partecipa al Giro d’Italia e, dopo il prologo che premia Francesco Moser, nella successiva cronometro a squadre la Renault vince la prova ed è Laurent a vestire la maglia rosa soffiandola al Trentino. Nella tappa del Blockhaus vince Argentin su Moser ed il francese accusa due minuti di ritardo dal trentino lasciandogli la maglia. La diciottesima tappa viene accorciata togliendo il Passo dello Stelvio per via della neve e Fignon viene penalizzato di dieci secondi per rifornimento illecito. Il management della Renault accusa gli organizzatori di voler favorire l’atleta italiano in maglia rosa. Nella terzultima tappa da Selva di Val Gardena a Arabba il francese mette sui pedali tutta la sua rabbia, va in fuga solitaria conquistando tappa e maglia. Si arriva alla cronometro conclusiva di 42 chilometri con partenza da Soave ed arrivo a Verona e Moser, fresco detentore del record dell’ora, recupera tutto il gap al francese vincendo il Giro d’Italia con 1’03” di vantaggio sul parigino. Non mancheranno le polemiche sull’uso dell’italiano delle famigerate ruote lenticolari.
Laurent Fignon vince il Tour de France 1984
Laurent Fignon si rifà vincendo il titolo di campione nazionale a Plouay davanti ad Eric Dall’Armelina ed in maglia tricolore prende il via della Grande Boucle con una super squadra. Se la veve con un agguerrito Sean Kelly e con il rientrante Bernard Hinault che cerca il record di vittorie di Jacques Anquetil e Eddy Merckx. Nel prologo di Noisy-le-Sec è Hinault ad imporsi ma nella cronometro a squadre di Valenciennes è la Renault la più veloce. Si arriva alla cronometro individuale di Le Mans con Vincent Barteau, della Renault, in maglia gialla grazie ad una “fuga bidone”. Laurent Fignon adotta una bici profilata “Delta” dimostrandosi il più veloce lungo i 67 chilometri in programma.
Nella prima frazione di montagna da Pau a Guzet-Neige a vincere è lo scozzese Robert Millar ma Fignon da una rasoiata a pochi chilometri dall’arrivo con cui recupera 52 secondi ad Hinault. Nella crono di La Ruchère, di 22 chilometri, il parigino vince staccando Hinault di 33 secondi.
Arrivati sulle Alpi, ecco la frazione dell’Alpe d’Huez in cui Fignon attacca sul Col du Coq e, se a trionfare alla fine è Lucho Herrera, il francese dimostra tutta la sua superiorità chiudendo secondo con Hinault staccato di 3 minuti e prendendosi la maglia gialla. Il giorno successivo nella Bourg-d’Oisans-La Plagne Hinault viene staccato sia sul Galibier che sulla Madeleine ma alla fine è Laurent a vincere in maglia gialla con il rivale e connazionale a 2’58”.
Fignon vince ancora in vetta a Crans-Montana rifilando minuti a tutti e nella cronometro di Villefranche-sur-Saone è ancora primo conquistando il secondo Tour de France consecutivo con 10’32” su Hinault e 11’46” sul compagno di squadra Greg LeMond.
Ai Mondiali del Montjuïc a Barcellona tutti danno il francese per favorito ma nel caldo terribile della città catalana il francese si ritira ed il trionfo è tutto per il belga Claude Criquielion.
La stagione 1985 è quella del tentativo di conquista del terzo Tour. Fignon vince una tappa della Settimana Ciclistica Internazionale, è un terzo nella Freccia Vallone dietro a Criquielion e Moreno Argentin e quinto alla Liegi-Bastogne-Liegi vinta da Argentin. Durante L’Étoile de Bessèges il parigino soffre di problemi al tendine d’Achille e deve rinunciare al Tour de France e all’idea di tentare il record dell’ora.
L’annata è segnata anche dall’uscita del marchio Renault come sponsor del team, sostituito dalla Système U ed è lo stesso Fignon, impegnato nella riabilitazione per un successivo intervento a causa di un’infezione, a disegnare la nuova maglia. La gamba sinistra del francese perde la sua originaria potenza.
Laurent Fignon vince la Freccia Vallone 1986
Tornato in sella si dedica alla pista ma alla Sei Giorni di Madrid lo spagnolo José Luis Navarro lo fa cadere, provocandogli un ferita al viso e una frattura alla clavicola. Risalito in sella è al via della Freccia Vallone andando in fuga con Andersen, staccandolo sulla Côte de Ben Ahin, scalando in solitaria il mitico Muro di Huy e conquistando il successo finale.
Al via della Vuelta è tra i favoriti assieme a Kelly ma è vittima di una caduta durante il prologo vinto a Thierry Marie in cui riporta la frattura della quinta costola con distacco della pleura ma, pur non riuscendo a resistere ai big, riesce comunque a completare la corsa spagnolo al settimo posto a oltre sette minuti dal vincitore Alvaro Pino.
Il Tour de France è di nuovo il palcoscenico per lo scontro tra francesi con Hinault. Il parigino però non è in forma e si nota. Nella cronometro di Nantes, di solito suo terreno favorito, perde tre minuti e quarantadue secondi dal vincitore di giornata, Bernard Hinault. Sui Pirenei va ancora peggio per Fignon che accusa anche una faringite che lo costringe al ritiro.
Al via dei Campionati del Mondo di Colorado Springs la nazionale francese punta sul duo Fignon-Hinault ma alla fine è Charly Motter l’unico a resistere all’allungo di Argentin che trionfa proprio davanti al transalpino.
Nell’87 il parigino inizia bene la stagione con il secondo posto all’Étoile de Bessèges dietro Ronan Pensec e vincendo due tappe alla Parigi-Nizza chiudendo terzo dietro a Kelly ed a Jean-François Bernard.
Fignon terzo alla Vuelta a España 1987
Dopo il sesto posto a Liegi-Bastogne-Liegi in cui trionfa per la terza volta consecutiva Argentin, nonostante una fastidiosa sinusite è al via della Vuelta a España. Proprio i problemi fisici condizionano la prima parte della corsa del francese. Nell’undicesima tappa con arrivo ai mitici Laghi di Covadonga taglia l’arrivo a quasi quattro minuti dal vincitore di giornata Lucho Herrera.
Nella Luarca-Ferrol, tredicesima frazione, il transalpino recupera secondi sui big della generale e nella diciannovesima tappa va in fuga solitaria tagliando per primo l’arrivo di Avila con 1’10” su Herrera e 2’08” sul tedesco Reimund Dietzen rivali per il podio. E, a Madrid, Fignon riesce a chiudere al terzo posto dietro proprio al colombiano ed al tedesco.
Il Tour 1987 vede Fignon partire male per poi mettersi al servizio del compagno Charly Mottet aiutandolo a conquistare la maglia gialla nella tappa di Pau ma nella cronoscalata Carpentras-Mont Ventoux la maglia viene persa a favore di Jean-François Bernard. A Parigi la vittoria finale va Roche nel suo anno d’oro mentre Mottet è quarto e Fignon settimo ma la System U vince la classifica a squadre .
A ottobre un evento luttuoso segna la vita di Fignon: l’amico Pascal Jules, fresco di contratto con la Système U per la stagione successiva, muore in un incidente stradale. E’ un colpo durissimo per Laurent.
Laurent Fignon vince la Milano-Sanremo 1988
Dopo un quinto posto alla Parigi-Nizza a 2’08” da Kelly, Fignon si concentra sull’obiettivo della Milano-Sanremo. Il Poggio è il punto di assalto alla classica di primavera. Il parigino scatta seguito solamente dal giovane Fondriest ma nella volata due l’esperienza del transalpino la fa da padrone.
Dopo aver chiuso al secondo posto della generale il Critérium international alle spalle di Erik Breukink è terzo alla Parigi-Roubaix dietro al belga Dirk Demol e lo svizzero Thomas Wegmüller
Al Tour de France Fignon cade durante la cronometro a squadre e viene lasciato indietro dai compagni uscendo, di fatto, dai giochi per il successo finale. Laurent scopre di aver contratto un tenia ed è costretto al ritiro al termine della tappa di Morzine in cui naufraga a quasi venti minuti dal vincitore Fabio Parra.
Laurent Fignon vince la Milano-Sanremo 1989
Dopo che Charly Mottet passa alla RMO ed Éric Boyer alla Z-Peugeot, Fignon è nuovamente il faro della squadra. Dopo essersi ritirato alla Parigi-Nizza per problemi gastrici arriva alla Classicissima con il ruolo di vincitore uscente. Sulla Cipressa si trova in un plotoncino di sette atleti e, quando ad attaccare è l’olandese Frans Maassen, Fignon lo segue e, con sagacia, sul Poggio saluta l’avversario e si invola in solitaria verso la città dei fiori tagliando l’arrivo con sette secondi di margine. Laurent diventa il primo ed unico francese a conquistare per due volte la Sanremo.
Laurent Fignon vince il Giro d’Italia 1989
Quarto al Tour de Romandie a 1’20” da Phil Anderson il francese torna al Giro d’Italia per cancellare la beffa dell’84. Gli avversari accreditati al successo paiono fin da subito Andrew Hampsten e Greg LeMond ma gli americani perdono terreno nella tappa dell’Etna vinta dal portoghese Acácio Da Silva
Nella crono di Riccione la maglia rosa va sulle spalle di Breukink che chiude secondo dietro allo specialista Lech Piasecki.
Nella prima tappa dolomitica, con arrivo alle Tre Cime di Lavaredo, segnata dalla neve, vince il colombiano Luis Herrera con Fignon secondo ad un minuto che recupera terreno sulla maglia rosa. Il giorno dopo si arriva a Corvara ed il francese attacca in una giornata da lupi chiudendo al secondo posto dietro a Giupponi e staccando tutti i rivali per la generare.
Dopo la sospensione della tappa di Santa Caterina si arriva alla cronometro del Monte Generoso in cui Giupponi, diventato ora il vero rivale del francese per il successo finale, recupera terreno importante. Due giorni dopo, però, a La Spezia, Laurent vince per poi controllare il margine nella cronometro finale di Firenze. Fignon vince il Giro d’Italia davanti all’italiano Flavio Giupponi e ad Andy Hampsten diventando il terzo francese a vincere la corsa rosa dopo Anquetil e Hinault.
Laurent Fignon secondo al Tour de France 1989
Il francese si presenta ai nastri di partenza del Tour con lo status di favorito assieme allo spagnolo Pedro Delgado vincitore uscente della Vuelta. Nel prologo Delgado va alla deriva perdendo due minuti e quaranta secondi e venendo “abbandonato” dai compagni nella cronometro a squadre. Nella cronometro “interminabile” da Dinard a Rennes per un totale di 73 chilometri, LeMond è primo davanti al parigino conquistando la maglia gialla.
La corsa vive da quel momento sul duello LeMond-Fignon. L’americano tiene la maglia sino alla decima tappa con arrivo a Superbagnères quando a vincere è Robert Millar con Fignon che rosicchia dodici secondi all’americano soffiandogli la maglia di leader della corsa. Si arriva alla cronometro di Orcières-Merlette dove a vincere è Steven Rooks e LeMond è quinto soffiando la maglia al francese.
Il 19 luglio si corre la Briançon-Alpe d’Huez e in quell’occasione, mentre LeMond resta isolato senza compagni, Fignon lancia l’attacco nell’ultima salita di giornata chiudendo la tappa terzo dietro a Gert-Jan Theunisse e a Delgado conquistando la leadership della corsa
Nella tappa di Villard-de-Lan il francese è scatenato, attacca sull’altopiano del Vercors, resta solo lungo il colle Saint-Nizier vincendo la tappa con LeMond che perde 24 secondi. A quel punto tra il francese ed il successo rimangono solo i sanpietrini degli Champs-Élysées e proprio nella sua Parigi si vive la terribile beffa per il transalpino. LeMond chiude primo davanti a Thierry Marie e Fignon è terzo, perde 58 secondi. L’americano usa un manubrio da triatleta e un casco aerodinamico mentre lui corre con bici tradizionale e scivola al secondo posto della classifica finale per soli 8 secondi.
Nel ’90 il francese veste la particolare divisa della Castorama chiudendo quarto alla Parigi-Nizza vinta da Miguel Indurain, vinse il Critérium international davanti al connazionale Gilles Delion mentre al Giro d’Italia è vittima di una brutta caduta in una galleria male illuminata in cui riporta uno spostamento del bacino che lo spinge al ritiro. Anche al Tour de France il transalpino “assaggia l’asfalto” e qualche giorno dopo abbandona la corsa.
Nel 1991 Fignon è decimo alla Parigi-Nizza , vinta dallo svizzero Tony Rominger ma iniziano ad emergere malumori con lo storico manager Guimard. Prima del via del Tour de France viene annunciato il termine della collaborazione tra Fignon e Guimard. Vittima del dualismo con Luc Leblanc, Fignon Fignon conclude al sesto posto a Parigi, a più di undici minuti dal vincitore Miguel Indurain alle spalle del compagno di squadra Leblanc.
A fine stagione Fignon, che ancora non ha trovato una squadra decide di unirsi alla squadra italiana Gatorade-Chateau d’Ax capitanata da Gianni Bugno con cui si creerà un fastidioso dualismo.
Fignon al Giro ’92 nella prima tappa di montagna sull’Appennino, termina a più di nove minuti dal vincitore di giornata, Franco Vona e conclude la corsa al trentasettesimo posto nella classifica generale finale.
Dopo un quarto posto ai campionati francesi è al via del Tour ma già nella cronometro d’apertura viene umiliano da Miguel Indurain che, partito sei minuti dopo il transalpino, lo raggiunge e lo supera. Il riscatto arriva nell’undicesima tappa quando, andando in fuga, conquista la sua nona e ultima vittoria di tappa al Tour.
Nel 1993, Fignon vince il Tour of Mexico ed al Tour abbandona la corsa sulle Alpi durante l’undicesima tappa tra Serre Chevalier e Isola 2000. Fignon pone fine alla sua carriera alla fine di agosto al Grand Prix de Plouay .
Nella primavera del 2009, a Laurent Fignon viene diagnosticato un “cancro avanzato” dell’apparato digerente. Vorrebbe mantenere segreta la notizia che viene però resa pubblica da Lance Armstrong. Nonostante le precarie condizioni di salute, assume il suo ruolo di consulente per France Télévisions. La malattia, dopo un iniziale regressione per le cure chemioterapiche, avanza colpendo polmoni e gola. Fignon muore il all’ospedale Salpêtrière , all’età di 50 anni.