Greg LeMond ciclista americano, la storia
Greg LeMond ciclista americano vincitore di tre Tour de France e Campione del Mondo in linea nel 1983 e nel 1989
Greg LeMond, all’anagrafe Gregory James LeMond, nasce Lakewood, 26 giugno 1961. Si appassiona al ciclismo andando controcorrente rispetto ai sogni dei bambini americani medi, votati al football, al baseball o al basket NBA. Greg cresce a Washoe Valley, nella Sierra Nevada, e li inizia ad apprezzare la natura, la caccia e la pesca.
Il piccolo Greg oggi verrebbe definito come un bimbo soggetto a deficit di attenzione e iperattività, insomma non sta mai fermo. Greg scopre il suo amore per la bicicletta nel 1975 grazie al pioniere dello sci freestyle Wayne Wong che indica proprio la bicicletta come ausilio ideale per l’allenamento fuori stagione. L’anno seguente LeMond inizia a gareggiare.
A 15 anni Greg LeMond è secondo al Tour of Fresno davanti a John Howard già campione dei Giochi Panamericani del 1971; questa prestazione attira l’attenzione di Eddie Borysewicz , allenatore della squadra nazionale americana, che lo porta ai Campionati del Mondo Junior 1978.
A 18 anni è terzo al Circuit des Ardennes e vince il Circuit de la Sarthe del 1980 davanti a Ladislav Ferebauer e Jan Jankiewicz. LeMond viene selezionato per i Giochi Olimpici di Mosca ma deve rinunciare alla prova a cinque cerchi per via del boicottaggio americano ai giochi. LeMond vince il Nevada City Classic e sul talento americano piombano gli occhi attenti di una vecchia volte come Cyrille Guimard , il direttore sportivo del team Renault–Elf–Gitane di Laurent Fignon e Bernard Hinault.
Greg LeMond passa professionista nel 1981 e, solo tre mesi dopo, conquista un frazione del Tour de l’Oise e poi fa sua una tappa della Coors Classic battendo il sovietico Sergei Sukhoruchenkov, vincendo anche la classifica finale. Schierato ai nastri di partenza del Giro del Delfinato a supporto di Hinault, aiuta il francese a vincere la corsa e riesce a chiudere quarto nella generale dietro al capitano, ad Joaquim Agostinho ed a Pascal Simon che poi viene squalificato.
L’82 inizia male per l’americano che si frattura una clavicola durante la Liegi-Bastogne-Liegi compromettendo una parte dell’annata ma Greg riusce comunque a ottenere la vittoria al Tour de l’Avenir con oltre 10 minuti di vantaggio su Robert Millar, il terzo posto alla Tirreno-Adriatico dietro a Saronni e Gerrie Knetemann ed il secondo al Giro del Mediterraneo alle spalle del francese Michel Laurent.
Greg LeMond secondo ai Campionati del Mondo di Goodwood 1982
LeMond è al via dei Mondiali di Goodwood e va in fuga nel momento buono ma nella volata finale nulla può contro Beppe Saronni che conquista il mondiale con la famosa “fucilata di Goodwood”. LeMond è secondo davanti a Sean Kelly ma a fine corsa viene accusato dal compagno di nazionale Jacques Boyer, che chiude decimo, di averlo inseguito invece di agevolarne l’azione ai meno 800 metri.
Greg LeMond vince il Giro del Delfinato 1983
Nel 1983 LeMond fa incetta di vittorie: al Giro del Delfinato l’americano vince nella seconda tappa a Oyonnax con 18 secondi su Kelly vestendo la maglia di leader della corsa ma il giorno seguente perde terreno. Replica nella quinta frazione con arrivo a Briançon davanti a Pascal Simon che veste la maglia gialla ma nella crono conclusiva di Pierrelatte è ancora l’americano a vincere conquistando il successo finale con 2’53” su Millar.
Greg LeMond Campione del Mondo 1983
LeMond è primo anche al Super Prestige Pernod ed al Giro del Mediterraneo ed il 4 settembre è al via dei Campionati del Mondo in linea di Altenrhein, in Svizzera. La corsa si infiamma sull’attacco di Faustino Rupérez che viene seguito dall’americano e da Maurizio Fondriest. Un nuovo attacco dello spagnolo manda in crisi Fondriest mentre LeMond riesce a rispondere ed a contrattacare staccando Ruperez ed andando a tagliare l’arrivo in solitaria seguito, ad oltre un minuto, dall’olandese Adrie van der Poel e Stephen Roche. LeMond è il primo ciclista non europeo a conquistare la maglia iridata di Campione del Mondo ed al successivo Giro di Lombardia sfiora il successo chiudendo secondo dietro a Kelly.
Il talento ciclistico di LeMond è ormai conclamato tra qualità a cronometro e capacità di resistenza in salita e molti lo accreditano come futuro vincitore di corse a tappe.
Nell’84 LeMond si distingue nelle classiche del nord chiudendo al terzo posto al Liegi-Bastogne-Liegi alle spalle di Sean Kelly e Phil Anderson e al nono posto la Gent-Wevelgem vinta da Guido Bontempi. Alla Tirreno-Adriatico è quinto assoluto a 23″ dallo svedese Tommy Prim e ben figura al Giro del Delfinato dove, grazie al successo nella cronometro conclusiva, sale sul terzo gradino del podio alle spalle del colombiano Martín Ramírez e del suo ex capitano Bernard Hinault, passato a La Vie Claire-Terraillon di Bernard Tapie.
Greg LeMond terzo al Tour de France 1984
A luglio l’americano prende parte per la prima volta il carriera alla Grande Boucle a supporto del capitano Fignon, reduce dal secondo posto al Giro d’Italia alle spalle di Francesco Moser. Greg contribuisce alle cinque vittorie del “professore” ma sa ritagliarsi i suoi spazi di gloria e, pur senza ottenere successi di tappa, completa la corsa al terzo posto della classifica generale alle spalle del duo francese Fignon-Hinault ed è primo nella classifica dei giovani con 14’31” di vantaggio su Pedro Munoz.
Sull’americano piomba l’interesse de La Vie Claire che lo vuole come spalla per il tentativo di Hinault di vincere il quinto Tour. Bernard Tapie, offre a Greg un contratto da 1 milione di dollari in tre anni.
Greg LeMond secondo al Tour de France 1985
Al via del Tour, Hinault dimostra subito un’ottima condizione che però viene messa a repentaglio da una brutta caduta. In molti pensano che si arrivato il momento di LeMond ma il francese, con gli occhi pesti a causa delle ferite, riesce a riprendersi vincendo la crono di Strasburgo e indossando la maglia gialla. Nella diciassettesima tappa va in scena l’attacco dell’irlandese Roche seguito dall’americano. Dall’ammiraglia l’ordine impartito da Paul Köchli di non collaborare alla fuga è perentorio. L’azione viene ripresa e a fine tappa l’americano è in lacrime frustrato dalla situazione. A Parigi la vittoria va al capitano Hinault che entra nel club dei 5 volte vincitori al tour e Greg LeMond è secondo a 1’42” a dimostrazione che forse avrebbe potuto essere lui il primo sul podio ai Campi Elisi. In cambio dell’evidente sacrificio, Hinault promette di aiutare LeMond a vincere il Tour l’anno successivo.
LeMond secondo al Campionato del Mondo 1985
Ad agosto l’americano è protagonista al Coors Classic conquistando una tappa e chiudendo al primo posto della classifica finale con 1’51” di vantaggio su Andrew Hampsten. Al via dei Campionati del Mondo di Giavera del Montello con una formazione di altissimo profilo, LeMond deve dividersi i gradi di capitano con Hampsten e Kiefel. Greg corre rintuzzando tutti gli attacchi ma arriva all’ultima tornata stanco e senza i due compagni che avrebbero potuto aiutarlo. Nell’ultimo chilometro Greg è nel gruppo di testa che va a giocarsi il successo. C’è l’attacco del “vecchio” Joop Zoetemelk a cui nessuno da credito se non Moreno Argentin che lancia l’inseguimento. Alla fine il successo va a Zoetemelk con 3 secondi di margine su LeMond che supera Argentin nella volata per il secondo posto.
Nel 1986 l’americano parte subito forte vincendo la quarta tappa della Vuelta a la Comunidad Valenciana davanti a Jean-Claude Bagot ed è secondo alla Milano-Sanremo andando all’attacco con Sean Kelly e Mario Beccia ma venendo bruciato dall’irlandese nella volata finale. Lo statunitense prende parte al Giro d’Italia vincendo la quinta frazione da Nicotera a Cosenza ed è secondo nella frazione di Foppolo dietro a Pedro Munoz e battagliando per la classifica generale chiudendo al quarto posto assoluto alle spalle di Visentin, Saronni e Moser.
Al Giro di Svizzera LeMond si divide i gradi di capitano con Andrew Hampsten chiudendo terzo dietro al compagno e a Robert Millar.
Greg LeMond vince il Tour de France 1986
La Vie Claire si presenta al via della corsa francese con una formazione a due capitani: l’americano ed “il solito” Hinault. Il francese, che 12 mesi prima aveva giurato il pieno appoggio al capitano, pare meno intenzionato a rispettare la promessa in quanto la sua condizione fisica pare eccellente. E’ la nona frazione della corsa a definire le gerarchie in squadra: nella crono di Nantes , Bernard rifila 44 secondi a compagno, vittima di una foratura, rivendicando la sua leadership in squadra.
Nella dodicesima tappa con arrivo a Pau, Hinault attacca assieme a Pedro Delgado che vince la tappa e la sera il francese veste la maglia gialla e mette cinque minuti tra lui e LeMond. Il giorno seguente si arriva a Superbagnères ed è LeMond ad attaccare arrivando in solitaria con 1’12” su Robert Millar e con Hinault che accusa 4’39” di svantaggio.
Nella diciassettesima tappa da Gap a Col du Granon la vittoria va allo spagnolo Eduardo Chozas ma LeMond allunga assieme allo svizzero Urs Zimmermann recuperando 3’19” su Hinault e stappando la maglia gialla al compagno di squadra. Il girono successivo il francese prova a riprendersi la “sua maglia” attaccando sin dalla batture inziali senza però distanziale lo statunitense anzi, i due se ne vanno assieme e sul traguardo dell’Alpe d’Huez primo è Hinault seguito con lo stesso tempo da LeMond che lo abbraccia al termine della prova. Lo svizzero Zimmerman chiude terzo a oltre cinque minuti.
La lotta tra i due atleti de La Vie Claire prosegue nella diciannovesima tappa con Hinault che prova ancora ad attaccare con Hampsten e Bauer che supportano LeMond. Si arriva alla cronometro di Saint Etienne dove è ancora testa a testa tra i due: primo è Hinault e Greg secondo a 25 secondi conservando la maglia gialla sino a Parigi, con a 3’10” sul compagno, ma anche quel senso di “tradimento” del patto di un anno prima.
La stagione 1987 si apre con una brutta caduta per Greg che alla Tirreno-Adriatico scivola a terra fratturandosi il polso. Tornato in America per la rieducazione riprende la sua forma in vista dell’assalto al Tour de France.
Greg LeMond: l’incidente di caccia
Una settimana prima di tornare in Europa, però, Greg va a caccia in un ranch di Lincoln, in California, assieme a suo zio Rodney Barber ed al cognato Patrick Blades. I tre durante la battuta si separano e, ad un tratto Blades, che aveva sentito dei movimenti dietro di lui, spara un colpo. LeMond viene colpito con circa 60 pallini su schiena e fianco destro. Perde moltissimo sangue, circa il 65% del totale, le ferite riportate possono essere letali per il campione. Interviene un elicottero della polizia che trasporta, su un volo medico, Greg presso il Medical Center dell’Università della California-Davis. LeMond viene operato d’urgenza ha uno pneumotorace al polmone destro e, chiaramente, una vasta emorragia. I medici salvano la vita al ciclista ma i postumi dell’incidente si fanno sentire per mesi. Quattro mesi dopo l’intervento, LeMond è vittima di un’ostruzione dell’intestino tenue a causa delle aderenze che si erano formate in seguito alla sparatoria dovendo essere nuovamente operato.
La stagione ’87 è totalmente persa e l’anno seguente LeMond, con 35 pallini di fucile ancora nel corpo, di cui tre nel rivestimento del cuore e altri cinque incastonati nel fegato, torna a correre con la maglia della PDM.
La brama di tornare competitivo porta Greg a forzare gli allenamenti, venendo colpito da una tendinite che richiede un’ulteriore operazione che lo costringe a saltare il Tour per il secondo anno di fila. Le voci legate a casi di doping nella PDM portano l’americano a cambiare aria, trasferendosi alla ADR per la stagione 1989.
Il ritorno in sella non è dei più semplici, alla Tirreno-Adriatico, però, coglie un bel sesto posto a 1’40” da Tony Rominger. Al via del Giro d’Italia, che viene vinto dall’ex compagno Laurent Fignon, l’americano arranca, non è mai coi primi a parte nella cronometro di Firenze dove è secondo dietro al polacco Lech Piasecki, e chiude 39esimo a 54’23” dal francese pensando addirittura di chiudere col ciclismo al termine del Tour, tanto da comunicarlo alla moglie Kathy.
Greg LeMond vince il Tour de France 1989
Al Tour de France 1989, LeMond non è certamente accreditato di un ruolo da protagonista e, come obiettivo, c’è un posto nella top20. Al prologo, però, l’americano è quarto dietro a Breukink, Fignon e Kelly. Nella cronometro individuale da Dinard a Rennes di 73km, l’americano sorprende nuovamente tutti completando la prova al primo posto con 24 secondi di vantaggio sullo spagnolo Delgado e balzando al comando della corsa francese a distanza di tre anni dall’ultima volta.
LeMond arriva carico come una molla alle tappe di montagna tenendo testa a tutti sui Pirenei ma venendo superato in classifica generale al termine della tappa di Superbagnères da Fignon. Cinque giorni più tardi, nella cronometro da Gap a Orcières-Merlette la vittoria parziale va a Steven Rooks, LeMond è quarto a 57 secondi ma recupera quasi un minuto al francese riprendendosi la maglia.
Due giorni dopo nella Briançon Alpe d’Huez è Fignon ad attaccare con LeMond che va in crisi e perde più di un minuto con la maglia gialla che torna sulle spalle del francese.
Il 23 luglio la corsa francese affronta l’ultima frazione: un’inedita cronometro individuale di 24,5 chilometri da Versailles a Parigi. Fignon parte con 50 secondi di vantaggio sull’americano ed i pronostici sono tutti per il transalpino che però da qualche giorno soffre tremendamente per un foruncolo al soprasella.
Fignon, che aveva perso il Giro d’Italia cinque anni prima contro un Moser avvantaggiato dalla novità delle ruote lenticolari, affronta la crono con una bici “normale” mentre l’americano propone tante soluzioni innovative. LeMond ha infatti lavorato in galleria del vento per presentarsi con ruota lenticolare posteriore, un casco aerodinamico e manubrio da triatleta che lo fanno volare a oltre 54km/orari. Fignon è in ritardo in ogni intermedio e all’arrivo, in una “tragica parata” arriva con 58secondi di disavanzo e per soli 8 secondi si vede sfilare la maglia gialla. LeMond, quasi incredulo, abbraccia la moglie esultante mentre Fignon crolla sull’asfalto scioccato ed in lacrime.
Greg LeMond Campione del Mondo 1989
Il 27 agosto, un LeMond, caricato dal successo al Tour è al via dei Campionati del Mondo di Chambéry, in Francia. Nella fase finale della rassegna iridata in testa ci cono Rooks, Claveyrolat e Konyshev ed è Fignon a tentare il ricongiungimento seguito, poco dopo, dall’americano. LeMond si riporta sul transalpino e poi sui fuggitivi con Fignon che fatica e molla. Greg fa l’andatura ma dietro si riorganizzano con Bauer e Kelly prima, e Fignon dopo, che rientrano. Entrati nell’ultimo chilometro Fignon prova ad attaccare ma senza successo e la volata finale è tutta per LeMond che conquista la maglia iridata.
A dicembre, la rivista Sports Illustrated nomina LeMond come “Sportivo dell’anno 1989“, la prima volta per ciclista.
La “doppietta” al Tour fruttano un nuovo lucroso ingaggio per l’americano che firma un contratto da 5,5 milioni di dollari per tre anni con la francese Z in cui corrono atleti del calibro di Robert Millar, Eric Boyer e Ronan Pensec funzionali alla missione di una terza vittoria alla corsa francese.
Greg LeMond vince il Tour de France 1990
La Grande Boucle, dopo il prologo, viene subito segnato dalla classica “fuga bidone” in cui si infila anche Pensec oltre a Steve Bauer, Claudio Chiappucci e Frans Maassen. La maglia finisce sulle spalle di Pensec nella tappa del Monte Bianco ed il francese, galvanizzato dal primato, resiste bene sulle salite, anche sull’Alpe d’Huez. E’ poi Chiappucci ad andare in vetta alla generale al termine della cronometro di Villard-de-Lans. Nella tappa di Luz-Ardiden, l’americano recupera quasi due minuti sul varesino, grazie ad un’azione impressionante a cui l’unico a resistere è un giovane Miguel Indurain. LeMond fa il ritmo in salita e Chiappucci, Delgado e gli altri favoriti perdono terreno.
Nella penultima tappa, la cronometro individuale di Lac de Vassivière il successo va a Erik Breukink davanti a Raul Alcalà. LeMond arriva a 57 secondi dall’olandese ma guadagna 1’21” su Chiappucci stappandogli la maglia gialla. Per l’americano arriva la terza vittoria nella corsa francese.
A settembre, LeMond è chiamato a difendere il suo titolo ai Campionati del mondo su strada UCI del 1990 ma chiude in quarta posizione, otto secondi dietro il vincitore, il suo ex compagno di squadra Rudy Dhaenens.
Il 1991 parte per l’americano con l’obiettivo della quarta vittoria al Tour e nel prologo parte subito bene chiudendo terzo dietro a Thierry Marie e Breulkink e, dopo la cronometro a squadre di Chassieu è secondo nella generale dietro al danese Rolf Sørensen. L’ottava frazione è una crono individuale da Argentan ad Alençon e Greg chiude secondo alle spalle di Miguel Indurain che lo precede di 8″ andando ad indossare la maglia di leader della corsa. Nella frazione di Jaca va in porto una fuga da lontano: a vincere è Charly Mottet e la maglia passa sulle spalle di Luc Leblanc complice l’ampio margine sulla maglia gialla. A guadagnare è anche Miguel Indurain che rosicchia una decina di secondi allo statunitense. Il giorno seguente, sull’arrivo di Val-Louron sono Chiappucci e Indurain ad attaccare, El Diablo prende la tappa e Miguelon si veste di giallo mentre LeMond, andato in crisi nera sul Col du Tourmalet, arriva staccato di 7’18”. Nella sedicesima frazione, con arrivo a Gap, vince Marco Lietti e Greg riesce a recuperare qualche secondo in classifica chiudendo secondo.
Nella cronometro da Lugny a Mâcon, LeMond è terzo dietro a Indurain e Gianni Bugno e completa il Tour al settimo posto a 11’27” dallo spagnolo.
Nel 1992 l’americano vince il Tour DuPont davanti al norvegese Atle Kvålsvoll in quella che sarà la sua ultima grande vittoria in carriera. Al Tour de France va in fuga nella sesta tappa assieme a Jalabert, Chiappucci e Holm Sorensen entrando nella top5 della generale ma, arrivati alle tappe di montagna, non riesce a restare con i primi ed al Sestiere, nel giorno in cui Chiappucci firma una pagina storica, l’americano perde 45 minuti ed il giorno seguente si ritira dalla corsa.
Nel ’93 prende parte al Giro d’Italia ma si ritira senza brillare e decide di non prendere parte al Tour de France per via della forma fisica precaria. Dopo aver assunto il famoso fisiologo olandese Adrie van Diemen, è al Tour de France 1994 con rinnovate speranze di classifica ma presto comprende di non essere minimamente competitivo. A dicembre Greg LeMond annuncia il suo ritiro dal professionismo.