Evgenij Berzin il russo che vinse il Giro 1994
Evgenij Berzin il russo che fece cadere in regno di Miguel Indurain al Giro d’Italia 1994: tutta la sua storia
Evgenij Berzin nasce a Vyborg sul confine tra l’ex Unione Sovietica e la Finlandia il 3 giugno 1970. Il padre fa l’operaio e la mamma lavora come maestra in un asilo. Il piccolo Berzin si avvicina allo sport praticando il calcio e l’hockey su ghiaccio prima di scoprire il ciclismo, all’età di 12 anni. Inizia a correre a livello locale dimostrando spiccate abilità che gli valgono l’invito in un collegio sportivo statale di San Pietroburgo dedicandosi, sotto l’attenta guida di Aleksandr Kuznecov, alla pista.
Nel 1988 Evgenij Valentinovič Berzin (è questo il suo nome completo) ad Odense si laurea Campione del Mondo Juniores nell’inseguimento a squadre su pista e, l’anno seguente, ai mondiali di Lione, fa sua la medaglia d’argento di specialità tra i dilettanti. Nel 1990, a soli vent’anni, ai Campionati Mondiali di Maebashi conquista l’oro nell’inseguimento individuale ed in quello a squadre ed è quinto nella corsa a punti.
Nel 1991 Evgenij ai Mondiali di Stoccarda ottiene l’argento nell’inseguimento a squadre attirando le attenzioni della Panasonic di Peter Post ma l’affare non si concretizza. L’anno seguente viene chiamato per la leva e prende parte ai mondiali militari di ciclismo del 1992, conquistando la medaglia d’argento nella gara in linea. Il russo prende parte al Tour de l’Avenir completando la corsa al settimo posto a 1’14” dal francese Hervé Garel.
E’ al via delle Olimpiadi di Barcellona del 1992 ma, contrariamente alla sua volontà, viene schierato nelle prove su pista e non in quelle su strada senza trovare soddisfazioni. Al termine dei Giochi viene ingaggiato dalla formazione dilettantistica Cuoril diretta da Emanuele Bombini. Berzin si trasferisce in Italia assieme alla fidanzata Stella dove resterà anche terminata la carriera ciclistica.
Bombini sta creando una squadra che gravita attorno a Moreno Argentin, ex campione del mondo, e che vede come finanziatore la Mecair, una società di ingegneria, che ha il ruolo di sponsor principale affiancato dalla Ballan. E’ il 1993 e Berzin ne entra a far parte, insieme all’amico Vladislav Bobrik, prendendo il via alla Milano-Sanremo, al Giro d’Italia dove chiude in novantesima posizione a oltre due ore da Miguel Indurain e al Giro di Lombardia. Partecipa al Tour of Britain, dove ottiene solamente un secondo posto nella quarta tappa alle spalle di Peter de Clercq con cui litiga fortemente non dando il cambio negli ultimi dieci chilometri.
Nel 1994 la formazione cambia denominazione in Gewiss-Ballan e collabora con il medico sportivo Michele Ferrari dalla Università di Ferrara.
Berzin inizia subito forte, ben figura al Giro del Mediterraneo chiudendo secondo alle spalle di Davide Cassani, al Trofeo Laigueglia dove è terzo e alla Settimana Siciliana e chiude secondo alla Tirreno-Adriatico alle spalle del compagno di squadra Giorgio Furlan. Evgenij vince la cronometro al Critérium International completando la corsa al terzo posto assoluto, dietro a Furlan e a Tony Rominger. Al Giro dei Paesi Bassi arriva un ottimo secondo posto dietro a Rominger e la Gewiss–Ballan gli propone un’estensione del contratto fino al 1996 a salari più alti.
Evgenij Berzin vince la Liegi-Bastogne-Liegi 1994
Una settimana dopo la firma del nuovo contratto, Il 17 aprile, con ancora l’inchiostro fresco Berzin è al via della la Liegi-Bastogne-Liegi. Quando manca poco all’arrivo in testa c’è un gruppo di atleti tra cui il campione del mondo in carica Lance Armstrong, Tony Rominger e, appunto, il russo. Eugenio prova l’allungo e nessuno gli resiste, taglia il traguardo da solo seguito da Lance Armstrong.
Passano solamente tre giorni e alla Freccia Vallone Berzin ei suoi compagni di squadra Argentin e Furlan lasciano tutti di sasso sul del Mur de Huy, a 65 km dal traguardo , andando a conquistare una clamorosa (quanto chiacchierata) tripletta (a vincere è Argentin).
Evgenij Berzin vince il Giro d’Italia 1994
Dopo le prove di forza nelle classiche, il cammino di avvicinamento al Giro prevede la partecipazione al Giro del Trentino dove arriva un’altra dimostrazione della qualità assoluta della Gewiss: primo Argentin e secondo Berzin, nessuno riesce contrastare la formazione di Bombini.
Nel frattempo Berzin prova a rinegoziare il proprio contratto in virtù di questa escalation di risultati, la Gewiss risponde picche incrinando i rapporti col ciclista. Ad ogni modo il Giro è alle porte e Berzin è accreditato dagli addetti stampa per un buon piazzamento ma il capitano della formazione è l’altro russo Piotr Ugrumov mentre per la vittoria finale tutti danno per favorito il navarro Miguel Indurain
Berzin conquista la quarta tappa con arrivo a Campitello Matese prendendo un minuto a Indurain e tre minuti a Ugrumov ed andando ad indossare la maglia rosa. Il suo inconfondibile caschetto biondo diventa familiare ai tifosi italiani che guardano il giro su Mediaset. Bissa la vittoria nella cronometro di Follonica portando il suo vantaggio su Indurain a 3’39”.
Nell quindicesima frazione, da Merano all’Aprica, il russo prova a seguire uno scatenato Marco Pantani ma il romagnolo è incontenibile e Berzin va in crisi tanto da essere raggiunto e staccato da Miguelon. Berzin perde oltre 4 minuti da Pantani e mezzo secondo da Indurain ma conserva la maglia rosa.
Nella cronoscalata da Chiavari al Passo del Bocco ottiene la terza vittoria di tappa davanti allo spagnolo e si appresta ad affrontare le ultime tappe di montagna che, grazia all’aiuto di Argentin che rintuzza gli attacchi di Pantani, vengono consumate senza troppi patemi d’animo. Per Berzin il Giro è vinto e a Milano arriva con quasi tre minuti di vantaggio sul giovane Marco Pantani. E’ un Giro rivoluzionario, che da spazio a giovani talenti (Berzin vince anche la classifica dei giovani) e che relega sua maestà Indurain, favorito della vigilia, sul gradino più basso del podio.
Nel frattempo la crisi tra il russo ed il team si inasprisce per via delle frequenti richieste di adeguamento del contratto che scontentano non solo il management ma anche i compagni di squadra. Dopo aver ricevuto una lucrosa proposta di contratto dal Team Polti-Vaporetto, Berzin tenta di forzare la sua uscita dal contratto con la Gewiss-Ballan facendo causa ma il 1° dicembre 1994 il tribunale decide contro di lui. Il suo ’94 si chiude con due vittorie di tappe alla Bicicletta Basca ed il titolo nazionale a cronometro.
Nel 1995 Berzin parte bene cogliendo il terzo posto al Critérium International alle spalle di Jalabert e del compagno Bobrik è quarto alla Giro dei Paesi Baschi vinto da Alex Zulle e terzo alla Freccia Vallone dietro a Jalabert e Maurizio Fondriest.
Evgenij Berzin secondo al Giro d’Italia 1995
Dopo aver completato il Giro del Trentino vinto dallo svizzero Heinz Imboden al decimo posto, al Giro d’Italia è secondo nella cronometro individuale di Maddaloni vinta da Rominger ed in quella di Selvino sempre alle spalle dello svizzero. Dopo aver colto il quarto posto a Gressoney, vince in solitaria la penultima tappa, con arrivo a Luino e si piazza secondo nella classifica finale davanti ad Ugrumov e dopo lo svizzero Tony Rominger.
A giugno conquista la vittoria alla Bicicletta Basca davanti ad Alex Zuelle ed al via anche del Tour de France dove, assieme ai compagni, vince la cronometro a squadre di Alençon. Nella cronometro individuale di Séraing chiude al quarto posto salendo al terzo posto della generale. Sembra un buon Tour per il russo ma il giorno seguente, nella Le Grand Bornand-La Plagne, va in crisi nera perdendo oltre quindici minuti ed optando, il giorno successivo, per il ritiro. La stagione del russo, in sostanza, finisce li.
Nel 1996 è diciottesimo alla Tirreno-Adriatico e coglie un bel quinto posto al Giro dei Paesi Baschi a 42″ da Francesco Casagrande. Dopo una campagna del nord deficitaria, Berzin chiude sesto al Giro di Romandia vinto dallo spagnolo Abraham Olano
Berzin decimo al Giro d’Italia 1996
Al Giro d’Italia la corsa è dominata da un russo ma non si tratta di Berzin ma di Pavel Tonkov. Evgenij deve accontentarsi di un ruolo di secondo piano vincendo la cronometro di Marostica e portandosi al terzo posto provvisorio assoluto, a soli 14 secondi dal leader Pavel Tonkov. Il giorno seguente arriva però una brutta imbarcata che lo porta a chiudere la corsa in decima posizione finale. In preparazione del Tour, prende parte al Giro della Svizzera conquistando le due cronometro e chiudendo quarto in generale.
Al via del Giro di Svizzera conquista il successo nel prologo di Wil e nella cronometro individuale di Frauenfeld completando la corsa al quarto posto della classifica generale dietro a Luttenberger, Faresin e Bugno.
Berzin in maglia gialla al Tour de France 1996
Alla Grande Boucle l russo prende la maglia gialla sull’arrivo di Les Arcs il giorno in cui Indurain vacilla per la prima volta in sei anni sulle strade del Tour: è il primo russo a vestire il segno del primato al Tour
Berzin vince anche la cronometro di Val-d’Isère il giorno successivo me nella nona tappa con arrivo Sestriere, accorciata a causa della neve, Riis attacca quasi dall’inizio della tappa andando a vincere e soffiando la maglia al russo che arriva a Parigi in 20esima posizione finale.
Ai Giochi Olimpici di Atlanta 1966 è ai nastri di partenza della cronometro e della prova in linea ma non brilla chiudendo quindicesimo nella prova contro il tempo e fuori dai primi 100 in quella su strada.
Berzin segue Bombini che nel 1997 crea la Batik–Del Monte che comprende molti corridori dell’ex squadra Gewiss. Ad aprile è quinto alla Volta ao Alentejo, in Portogallo, vinta da Aitor Garmendia e al Giro ottiene il secondo posto dietro a Tonkov nella difficile prova a cronometro della terza tappa a San Marino ma poi si “perde” e chiude la corsa a 49 minuti da Ivan Gotti.
Dopo essersi ritirato dal Giro di Svizzera, al Tour de France ottiene il terzo posto al cronoprologo alle spalle di Chris Boardman e Jan Ullrich lasciando ben sperare ma nelle successive tappe fatica e si ritira a seguito di una caduta in cui riporta la frattura della clavicola.
Berzin ed il tentativo di record dell’ora
Berzin e la Batik provano a ridare slancio alla carriera del russo tentando la conquista del record dell’ora detenuto da Chris Boardman a Bordeaux. Il tentativo risulta alquanto goffo e Berzin si scontra prima con i nuovi regolamenti e poi con la condizione fisica che suggerisce di abbandonare la prova dopo soli 15 minuti in cui fa registrare una velocità media inferiore di 5km/h rispetto a Boardman.
Nel 1998 firma con la Française des Jeux ma non riesce ad emergere dalla mediocrità nonostante i tentativi di fuga infruttuosi alla Liegi-Bastogne-Liegi e al terzo posto alla Quattro giorni di Dunkerque. Il russo non prende parte al Giro ef al Tour chiude 25esimo a 43 minuti da Marco Pantani.
Nel 1999, ormai in parabola discendente, firma con la Amica Chips–Costa de Almería, chiudendo il Giro al 52 ° posto, a oltre 2 ore dal vincitore, Gotti.
Poco prima della partenza del Giro d’Italia 2000 riceve una sospensione di due settimane, a causa di un elevato livello di ematocrito ed il contratto con il team Mobilvetta Design–Rossin viene risolto. Nel 2001 decide di abbandonare il ciclismo.