Emilio Ravasio e la tragica morte al Giro 1986
Emilio Ravasio vittima di una letale caduta
Emilio Ravasio, giovane ciclista brianzolo, vittima di una caduta mortale alla seconda tappa del Giro d’Italia 1986
Emilio Ravasio nasce a Carate Brianza, in Lombardia, il 4 giugno 1962. Inizia a pedalare giovane e, approdato tra i dilettanti, nel 1983 vince il Trofeo Piva mentre l’anno seguente fa suo il GP Santa Rita e la Bologna-Raticosa. Le buone prove gli valgono la chiamata dell’Atala per la stagione 1985 con cui chiude il Giro d’Italia da esordiente al 106esimo posto mettendosi in luce per il lavoro a supporto dei compagni.
Nel 1986 è ancora schierato da Franco Cribiori al Giro d’Italia. La prima maglia rosa va, dopo il cronoprologo di Palermo di un chilometro, allo svizzero Urs Freuler proprio dell’Atala Ofmega. Il giorno seguente è in programma la Palermo-Sciacca di 136 chilometri. A vincere quel giorno è Sergio Santimaria ma prima, ai meno dieci dal traguardo c’è una caduta. A terra resta il brianzolo 24enne Emilio Ravasio. In pochi si accorgono dell’accadimento, lo stesso De Zan non si sofferma sulla caduta ma Emilio ha picchiato la testa contro il marciapiede.
Ravasio si rialza un po’ intontito, risale in sella e da vero ciclista si rimette a pedalare giungendo al traguardo sette minuti dopo il vincitore. Fa la doccia e si dirige verso l’albergo per riposare in vista della frazione del giorno dopo. Verso le 18, arrivato nella hall del Grand Hotel delle Terme, Emilio comincia a dare segni di malessere, ha il vomito e cade a terra perdendo conoscenza.
Ravasio viene portato nel vicino Ospedale per accertamenti ma alle 19 entra in coma. I medici dispongono il trasferimento all’Ospedale Civico di Palermo e qui viene sottoposto ad un intervento alla testa. Emilio ha un ematoma al cranio ed è necessario ridurne la pressione con un intervento neurochirurgico.
Il giorno seguente il Giro d’Italia riparte, il plotone è segnato dagli avvenimenti e i tifosi portano il sostegno allo sfortunato ragazzo: “Ravasio, vinci il tuo Giro”, scrivono su striscioni e asfalto.
Emilio lotta come un leone ma è gravissimo, non si sveglia dal coma e complicazioni bronco-polmonari fanno peggiorare il suo quadro clinico. Il 27 maggio, a quindici giorni da quella caduta, il Giro è in Brianza e De Zan annuncia la morte del ragazzo di Carate. La festa della corsa rosa lascia spazio alle lacrime di chi ben conosce l’equilibrio instabile in cui il corridore vive tra gloria e rischio.
Ad Emilio Ravasio il Comune di Sciacca, che ha sempre tenuto vivo i contatti con la famiglia dello sfortunato ciclista e che ogni anno ne onora la memoria con un mazzo di fiori, ha omaggiato la sua memoria dedicandogli una strada