Lucio Di Federico ciclista pescarese, la storia
Lucio Di Federico ciclista pescarese e professionista per due stagioni senza cogliere successi personali
Lucio Di Federico nasce a Pescara il 24 dicembre 1952 e cresce nella frazione di San Silvestro. Il padre e la madre sono contadini e Lucio studia come elettricista iniziando a pedalare con la bicicletta del papà. La passione per il ciclismo esplode in Lucio che compra una bicicletta da corsa usata da un amico ex ciclista. Di Federico si iscrive alla prima gara quasi per scherzo, spinto dagli anziani del paese, entrando nell’Adriatica Arredamenti.
Lucio Di Federico ha poco senso tattico e, nel dubbio, si getta sempre nelle fughe. Nel 1973, come dilettante è settimo alla Coppa Alcione e nel ’75 corre per la S.C. Edilcasa ed è primo alla Coppa Lanciotto Ballerini, al Giro delle Colline Chiantigiane e G.P. d’Apertura.
Nel 1976 Lucio Di Federico è primo alla Coppa Val di Senio, alla Ruota d’Oro, alla Piccola Sanremo e vince una tappa Giro Ciclistico d’Italia diventando uno dei dilettanti più vittoriosi di quell’anno. Il 6 giugno il pescarese vince la Casalincontrada-Block Haus precedendo Stefano D’Arcangelo e Stefano Mora.
Di Federico riceve la proposta di un ultimo anno tra i dilettanti per poi approdare alla Del Tongo ma preferisce la proposta della Jolly ceramica approdando subito tra “i grandi”. Lucio corre il Giro di Sardegna, la Tirreno-Adriatico e la Milano-Sanremo continuando a mettersi in luce con lo spirito combattivo e la sua voglia di andare in fuga.
Prima della partenza del Giro d’Italia, però, la squadra chiude i battenti e Di Federico si trova a spasso dovendo attendere la stagione seguente per tornare alle corse con la Gis Gelati di Marino Basso, Tino Conti e Franco Bitossi.
Al via del Giro d’Italia, Lucio approfitta del ritiro di Bitossi e della squalifica di Basso per avere la via libera nel cercare la fuga. Nella terzultima tappa da Mezzolombardo a Sarezzo, va in fuga assieme a Stefano D’Arcangelo venendo ripreso dal gruppo.
A fine anno non trova contatto e abbandona il professionismo diventando allenatore di formazioni giovanili.